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NICHIREN E LA DELEGITTIMAZIONE

NICHIREN E LA DELEGITTIMAZIONE

Questo mio intervento vuole cercare di approfondire nel modo più contemporaneo possibile quello che accadde a Nichiren conseguentemente al suo ritorno dal tempio Seicho ( a 32 anni dopo aver studiato tutta la vita le dottrine e i commentari buddisti) fino alla sua stesura del trattato “ adottare l insegnamento corretto nella pace del paese”. 

Permettetemi di ricordare una premessa storica: Nichiren, essendo figlio di gente umile all’epoca del Giappone feudale, entrò a 12 anni nel tempio Seicho per studiare poiché le possibilità di istruirsi erano legate solo a questa possibilità. A 16 divenne monaco e approfondì gli insegnamenti buddisti fino a quando a 32 anni tornò, ricco di consapevolezza studi e competenza, e il 28 aprile del 1253 recitò nmrkyo proclamando che questa grande legge era l’unico insegnamento capace di condurre direttamente le persone all’illuminazione. A partire da questa notizia che confutava le altre si attirò l’odio di diversi esponenti sia del modo religioso che del mondo politico del tempo, e come sapete affrontò aggressioni, esili, calunnie, persecuzioni, tentato omicidio e una continua delegittimazione ma comprese a fondo cosa volesse dire vivere in lotta con i” potenti nemici” verificando con la sua vita stessa la veridicità delle parole del Sutra del Loto.

Facendo un parallelismo con quello che è una narrazione più contemporanea, possiamo descrivere la stessa storia cosi:

un personaggio dalla grande spiritualità che si dedica alla scoperta di qualcosa che può cambiare in meglio il vivere degli altri e quando decide di manifestarlo, a fronte dei suoi studi e della sua competenza, si imbatte nei meccanismi torbidi della corruzione, del potere e delle sue dinamiche sporche. E sappiamo che descritta così potrebbe anche sembrare la trama di un bel film. Ma non solo! sapremmo anche che, guardando questo film intimamente noi saremmo dalla parte di questo personaggio che lotta per fa prevalere la giustizia sulla cattiveria umana. Non è vero? Anzi questo film farebbe il pieno nella sale cinematografiche!

però potremmo addentrarci di più in questo parallelismo cercando di andare più in profondità della sola trama; potremmo dire che studiare e approfondire non è un atto rivoluzionario per questo soggetto, alla fine un monaco che approfondisce temi religiosi e i sutra fa parte del mestiere, come per uno scienziato la medicina o un musicista le note e le scale armoniche. Lo diventa quando ciò che comprende a fondo della vita e della sua straordinarietà è rivoluzionario: inverte le logiche conosciute. E a partire da queste nuove logiche decide di raccontarlo, non rimane suo e basta, vuole condividerlo. Per questo se pensiamo alla trama di un film con queste premesse saremmo già tutti al cinema coi pop corno per vedere come va a finire. Perché ci piace chi decide di far valere le sue idee, con valide argomentazioni peraltro, ed è certo che potrebbe davvero fare la differenza. Frutto proprio del suo approfondimento, della sua passione, di ciò che sente battere in sè stesso come missione.

Noi sappiamo infatti che Nichiren aveva deciso da piccolo che avrebbe approfondito dei temi così importanti, e ad oggi fatichiamo a pensare che un bambino delle scuole medie abbia questa determinazione. E il nostro cuore sa già che tifiamo per questo bambino così prodigioso.

Ci si potrà chiedere a questo punto come mai allora questa scoperta e questo desiderio non abbia trovato nelle altre scuole buddiste o nella politica la disponibilità all’ascolto, un riconoscimento di quanto veniva detto. Non solo in termini di scoperta rivoluzionaria ma, per dirla con un linguaggio attuale, la declinazione concreta di quella che avrebbe dovuto essere una nuova prospettiva attraverso cui affrontare i temi importanti della società e del vivere comune. I temi della coesistenza, della pace di un paese, dello stare insieme. E qui lo so che siamo tutti connessi coi sogni dei nostri cuori bambini che vorremmo che gli adulti realizzassero. Questi sono i punti che Nichiren divenuto adulto ha affrontato nel suo trattato, ponendo l’attenzione sull’individuo, sul suo modo di relazionarsi col mondo. Temi che forse appartengono molto a concetti odierni umanistici e che se ci pensiamo per quei tempi erano davvero intuizioni straordinarie.

Un cambiamento che poneva l’attenzione non solo sulla riflessione di “quello che si sta facendo per il bene collettivo” ma sul fare un passo indietro e cambiare la visione su cui si basa il potere stesso. Che è oggi, come ieri, distorto e offuscato dall’EGO. Non so se Nichiren se ne rendesse conto (come credo che Galileo Galilei quando fece le sue scoperte non si rendesse conto che aveva invertito totalmente la visione biblica dell’universo) ma conseguentemente a questo suo desiderio cominciò il suo calvario. Perché quel tipo di potere distorto, come ai giorni nostri, invece di accogliere si è sentito minacciato, offeso; potremmo dire che sia i religiosi del tempo che i politici se la sono presa parecchio sul personale, incapaci di distinguere il loro lavoro dall’attacco alla loro persona. Esattamente come con galileo, al quale venne tolta la scomunica 700 anni dopo le sue scoperte. Esattamente come noi siamo oggi qui 800 anni dopo a parlare di Nichiren e riflettere insieme come nel suo tempo non era assolutamente facile accogliere e seguire la sua intuizione.

Oggi ci sembrerebbe avvincente se fosse la trama di un film ma se fosse la vita reale? Proviamo ad avere il coraggio di dire che anche oggi siamo dentro mani e piedi alle stesse dinamiche. Laddove si fa notare che si dovrebbe cambiare qualcosa, il potere corrotto si sente sempre minacciato e invece di cambiare ti attacca. Ti vuole distruggere, ti vuol far tacere arrivando perfino a decidere di silenziarti uccidendoti. E ha talvolta talmente tanto potere sulle paure umane da coinvolgere le maggioranze. Così come al tempo di Nichiren coinvolgeva ogni persona. Erano davvero pochi quelli che lo seguivano. E alcuni sono stati pure ammazzati per questo.

Come scrive Ikeda nella saggezza del sutra del loto vol2 pag.67 “se una o due persone vi maledicono e parlano male di voi, non è una prova così difficile da sopportare, ma essere incessantemente insultati e vilipesi da molte persone è veramente difficile”.

E dunque ci volle poco perché Nichiren si attirasse ogni tipo di ingiuria che mandò a pezzi la vita che faceva fino a poco tempo prima di queste azioni. Dovette scappare facendo anche fatica nella sua sopravvivenza. Eppure, il potere della sua preghiera, anche sotto la neve a Sado, nel rigido inverno giapponese senza cibo, lo faceva sentire una persona fortunata.

È ragionevole pensare che deve essere stato difficile sostenere tutto questo e che ogni cosa che gli è accaduta era sempre in riferimento a quello che sosteneva, al modo in cui lo faceva, alla sua persona fisica. Che non mancava mai di fare delle azioni concrete: incoraggiare la gente, aiutare a migliorarsi, educare alla pace! Che ci piaccia o no anche oggi esistono queste dinamiche, forse in maniera più amplificata rispetto a quei tempi. Nel Giappone feudale c’erano le lettere, i dibattiti religiosi e le informazioni ci mettevano molto a raggiungere la popolazione, anche se personalmente credo che esistesse il gossip passaparola. Oggi viviamo l’aggravante della velocità digitale e la delegittimazione e la diffamazione sono diventati meccanismi molto massivi e si è amplificato il loro potere distruttivo. E la massa li subisce senza farsi domande. Anche se magari scegliendo il film a casa si sarebbe tutti dalla parte della vittima dell’ingiustizia, nella vita reale invece si sarebbe tutti INDIFFERENTI.

Non è che il mondo di oggi sia peggiore di quello feudale, ma è complicato e ingigantito dalle tecnologie, che falsano ogni proporzione e rendono molto complicato considerare in modo equilibrato una notizia, un parere e gli tolgono la loro dimensione umana. Se al tempo di Nichiren avessimo voluto ascoltarlo saremmo andati ad un dibattito, lo conoscevamo, percepivamo la sua umanità. In questo tempo di reperibilità infinita di notizie con un click, troveremmo il trattato di Nichiren insieme ad altre cose senza, forse, la capacità di distinguerne la profondità, l’innovazione.

Ma di una cosa sono certa: che anche oggi sarebbe delegittimato e calunniato sui social, soltanto che sarebbe più veloce il processo, e ce lo dimenticheremmo con la stessa velocità. Ciò che però rimarrebbe uguale è il meccanismo: laddove tu illumini col vero il potere corrotto, gli fai delle osservazioni, vi sono moltissimi modi, anche eruditi, per coprirti di insulti e calunnie. Nichiren ha compiuto un atto rivoluzionario: si è discostato dal potere conforme. E noi sappiamo bene quanto sia scomodo poiché è nella conformità che l ‘essere umano ha l ‘illusione della sua stabilità mentre nel cambiamento, nel pensiero fuori comfort si crea allarme sociale e tensione. Non solo: si rovina l’immagine e la reputazione del potere, dei politici, dei religiosi. Rinnovare, trasformare sono parole che nella lingua italiana parlano di cambiamento e dunque parole pericolose per coloro che invece vogliono mantenere lo status quo.

Va anche considerato un particolare importante: la delegittimazione e le calunnie che accompagnarono Nichiren non toccarono solo i suoi “nemici” ma anche i suoi amici. Ad esempio, il suo insegnante al tempio Dozen bo lo abbandonò. Ecco una conseguenza della delegittimazione: il veleno che si insinua tra coloro che, seppur conoscendoti, si fanno influenzare dal sospetto, dal gossip, dalla maldicenza. E anche lì Nichiren ci stupisce: invece di prendersela continua a provare amore e gratitudine per lui e gli scrive pure un toccante elogio funebre.

È qui invece che la pratica e la preghiera ci possono aiutare a fare la differenza. Proprio in questo modo. Non solo a resistere a queste dinamiche ma anche a capirle, guardare nel nostro cuore se ci toccano, se le utilizziamo, se ne siamo afflitti o complici, o se ci circondano. Il cammino del boddisatva è quello di continuare ad avanzare per aiutare gli altri. E non importa quanti nemici si incontrano, o quante calunnie perché ciò che Nichiren ci ha trasmesso è la possibilità di aprire gli occhi, guardarci per bene e cambiare le cose attingendo al potere dell’universo! con la saggezza del budda che scaturisce dalla pratica vedere come da una parte c’è una religione per i diritti delle persone mentre dall’altra ce ne è una che esiste per perpetuare il potere. Una che affronta la corruzione del potere ed una che ne è complice. Una parte di noi che parteggia per liberare l’oppresso ed una totalmente impotente nell’indifferenza.

L’insegnamento del Sutra del loto è manifestare e valorizzare la sacralità della vita e affrontare tutto questo attraverso il cambiamento individuale che passa inevitabilmente dall’affrontare la propria oscurità fondamentale. La tendenza umana a disprezzare, a calunniare, a delegittimare, a prendersela se qualcuno ci fa notare che abbiamo fatto un errore ad esempio. Ikeda scrive:

“basta essere sinceri con noi stessi e rimanere persone ordinarie e semplici. Possiamo ottenere l’illuminazione rivelando la nostra natura innata, proprio come siamo, come comuni mortali del tempo senza inizio”.

Nichiren così come Ikeda ci incoraggiano a stare nel nostro cuore da cui ha origine tutto: la nostra tossicità e la nostra grandezza. E ogni giorno si tratta di scegliere quale parte nutrire, quale osservare. La pulizia del cuore, la sua trasformazione però non è quella che ha l’obiettivo di arrivare ad essere una camera sterile, spoglia e disadorna.

Ma è quella di chi non accetta di cadere nel vizio, nella corruzione, nel veleno. Un cuore che non si nasconde, che non si protegge dall’errore per stare al sicuro, che non mente. Un cuore che vive, che si sporca, che soffre, che lotta, che cammina con gli altri nell’ inferno e che punta al bene comune non solo al proprio. Credo che il grande insegnamento di Nichiren oggi più attuale che mai non sia solo quello di aspettarsi che ci siano delle reazioni se vogliamo denunciare persone malvagie e corrotte ma quello che ci aiuti a coltivare il coraggio, la coscienza della libertà e l’amore per l’umanità.

Vi lascio con una domanda: come vorreste fosse la trama del film della vostra vita? E che azioni siete disposti a fare perché diventi davvero la realtà in cui volete vivere e in cui credete?

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