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LA SAGGEZZA DEL RISVEGLIO

LA SAGGEZZA DEL RISVEGLIO

Ho scelto, per rendere vivente l’opera e il pensiero di N., l’esperienza della saggezza come risveglio della coscienza sul piano individuale-esistenziale, e come questa sia il motore per un cambiamento collettivo, etico e storico.

La differenza tra conoscenza e saggezza ma anche la loro non contraddizione.

N. si chiedeva perché la società del tempo fosse arrivata ad un punto morto, di caos e conflitti, le persone erano impotenti e i governanti non erano più dei riferimenti certi nella guida della nazione. La paura, l’instabilità conducevano al disorientamento e all’immobilismo nel trovare vie d’uscita.

Questo deve farci riflettere sula situazione attuale. Quanto un’informazione di bollettini dei contagi, dei morti, delle varianti, genera paura e fa perdere l’orientamento su cosa stia realmente accadendo: conseguenze come le limitazioni dei diritti costituzionali, crollo dell’economia, della scuola, delle famiglie, della socialità e di conseguenza fa perdere la lucidità di possibili soluzioni. Infatti, la paura genera ansia e questa costante pressione genera solamente preoccupazione che paralizza le possibilità di trovare soluzioni.

Come oggi, così ieri. N. si accorse di come la gente non fosse consapevole di sé e della realtà che la circondava e nel merito, l’insegnamento buddista aveva perso la sua forza per risvegliarne la coscienza.

Ma come condurre le persone ad accedere alla Saggezza del Budda che è “difficile da comprendere e difficile da varcare” e scoprire questa verità di chi siamo veramente, capace di cambiare la vita concretamente? (Capitolo Hoben). Gli insegnamenti erano il mezzo per permettere alla gente di entrarvi, ma nella confusione alla quale erano giunti, conducevano ad accontentarsi di raggiungere il risultato della sola comprensione, non di un effettivo risveglio. Arrivavano alla soglia ma si fermavano prima di varcarla: cioè prima di arrivare alla propria interiorità illuminata. La sola conoscenza non è saggezza: può essere un accesso per la saggezza ma dipende dallo scopo che si ha nella vita e la saggezza, nel Buddismo, ha il fine ultimo della felicità individuale e la prosperità della società. Quindi, la saggezza impiega la conoscenza nel modo più adatto alle circostanze, per il bene della società e degli altri. La conoscenza in ogni ambito delle attività umane (economia-politica-scienza-cultura), produce più valore se basata sulla saggezza e non vi è contraddizione: la conoscenza può contribuire a quel processo interiore di mutamento di sé, se contribuisce ad osservare chiaramente la realtà che abbiamo di fronte.

Così fece N. e dopo 20 anni di studi delle varie dottrine buddiste, ma le sue lettere testimoniano il confronto anche con letture storiche e letterarie degli imperi dell’India, della Cina, e giunse alla conclusione che l’insegnamento che risvegliasse alla saggezza, fosse il SdL.

Il cuore del suo insegnamento è quello di rivoluzionare la propria vita spirituale, cioè il grande bene dentro di noi. In questo caso, la saggezza non è semplicemente intelligenza razionale, ma nobiltà d’animo, un carattere carico di umanità, generosità e sincerità. “Il saggio si può definire umano” e la saggezza è NMHRK ci ammonisce N.  Rivoluzione significa ri-evoluzione: evolvere in modo permanente, costante, dall’oscurità che ci separa da chi siamo veramente: esseri illuminati. Tanto lavoro, sì!!!

Solo così sarà possibile un mutamento storico come auspicava N., perché la storia dell’uomo si ripete con le sue ambiguità, giochi di potere, contraddizioni perché non ci liberiamo da tutti i nostri blocchi, difese, veleni. Perché se non si attinge alla sorgente illuminata i nostri pensieri e decisioni non cambiano e non è garantito che, in futuro, il volere/potere venga imposto proprio da chi oggi si sente dominato e offeso. E la storia si ripeterebbe, senza aver imparato niente da questa sofferenza collettiva.

Si parla molto di compassione, ma non possiamo viverla senza saggezza, se vogliamo costruire una società che rispecchi le qualità più elevate della nostra umanità e il distanziamento sociale, sta deteriorando proprio queste. Assistiamo all’emergere più dell’ego e della sua brutalità: nuove discriminazioni, acuirsi delle dipendenze, indifferenza o avversione.  Infatti la cultura materialista che origina dal ridurre la visione olistica dell’essere umano (corpo-mente-spirito), a sola materia induce ad accumulare, a trattare le relazioni stesse come cose, ad ottenere sempre di più e questo spinge alla competizione, allo sfruttamento, alla ricerca del profitto. Lo stesso facciamo con il pianeta. I popoli, noi, non siamo nati per farci la guerra e prevaricarci l’un l’altro, la guerra la vuole sempre l’interesse di chi ci rende schiavi (oggi, schiavi digitali) e ignoranti della verità di chi siamo.

La scuola del Loto di N. parla di liberazione spirituale e sociale; di saggezza che spinge al risveglio interiore di ciascuno di noi e con questa consapevolezza, insieme, cambiare la storia !!

Una saggia compassione per fondare e costruire un nuovo patto di fiducia e interdipendenza in ogni ambito dell’esistenza!!!!!

Ho concluso.

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